1°G, Alunni: Evah (Lv1), Maestro: John (lv3)

Era ormai un mese che viaggiava. Era partita dalla sua Terra, la Terra dei Giorni, per raggiungere l'Accademia di Makraat, dove, quello stessa mattina, la stava aspettando il suo futuro maestro.
Giunse a Makraat a mezzogiorno e subito si diresse verso l'Accademia.
Una volta di fronte alle grandi mura, si chiese come avrebbe fatto ad entrare. Due sentinelle erano a guardia delle porte e, vedendola, la chiesero se fosse una nuova allieva. Lei, un po' impacciata e imbarazzata, disse che lo era e la fecero entrare.
Una volta entrata, vide in lontananza un uomo alto e robusto, dall'aria severa, ma che nascondeva una forte simpatia dietro i suoi occhi scuri.
Lei gli si avvicinò.

§Sei un pò in ritardo, ma non importa. Benvenuta all'Accademia.§ Fece con un sorriso §Bene, seguimi§ Disse dirigendosi verso l'aula.
Poi quando vi furono davanti aprì la porta §Entra pure§
Quando furono entrambi dentro le chiese §Ok, ora vorrei sapere qualcosa su di te§
Quindi attese la risposta.

§Ehm..allora...vengo dalla Terra dei Giorni e ho 17 anni. Fin da bambina ho iniziato ad usare la spada allenandomi con mio padre. Me la cavo, più o meno.§ disse Evah, arrossendo. §Sono venuta qui perché voglio imparare a combattere veramente. Ho sempre ammirato le storie dei grandi Cavalieri. Un giorno vorrei essere come loro. La mia vita è lottare.§ disse al suo maestro, un po' imbarazzata per quella confessione così spontanea.

§Uhm, i tuoi intenti sono nobili. Mi piaci ragazza!§
Poi si sedette dietro la scrivania.
§bene proveremo subito con la pratica. Intanto dovresti sapere un minimo di magia. Fammi vedere se sai evocare un fuocherello dalle dita.§
Quindi attese la prova.

§Ehm, si..ci provo.§ e si concentrò.
Al primo tentativo, una scintilla scaturì dalle sue dita e si perse immediatamente nel pavimento della sala.
Un'altra prova fallì, senza emettere neanche uno sbrilluccichìo.
Dalle due precedenti prove, rimase scoraggiata, ma si impose di dovercela fare.
Concentratissima, gridò la formula magica dell'incantesimo del fuoco, che questa volta funzionò perfettamente: un piccolo fuoco le stava in mano e illuminava il suo volto entusiasta.

§Mmm, ok, qualcosa di magia la sai dai. Ora passiamo alla spada. Combatterai con me, e dovrai cercare di colpirmi o almeno mettermi in difficoltà.§ Disse
§Seguimi, andremo fuori, all'area di addestramento 3.§ Aggiunse.

Senza dire niente, lo seguì.
Era un po' intimorita, aveva paura di non farcela. Ma si fece coraggio. Dopotutto era lì per imparare, no? Il suo maestro era un brav'uomo, di certo non l'avrebbe messa in difficoltà. Doveva solo dimostare le sue capacità, niente di particolare.
*Credi che sia così, ma alla fine di massacrerà..* le disse una vocina dentro di lei, che era solita infastidirla.
*Zitta! Non mi far perdere la concentrazione! Statti buona fino alla fine dell'incontro!* disse alla fastidiosa voce.
Chiusa la conversazione tra lei e la sua coscienza, proseguì fino all'area di combattimento con il maestro.

Giunti li, il maestro prese le distanze, andò a circa 4 metri.
§Bene, comincerai tu, io mi impegnerò il dovuto.§
Quindi attese la mossa dell'avversario.

Evah era in posizione di attacco. Si concentrò per sentire ogni piccolo movimento del suo maestro. Poi, si buttò contro di lui con fervore. Fece un affondo con la sua spada leggera, ma si accorse subito della sua imprecisione nel movimento.
Cercò di rimediare con un fendente.

John scartò facilmente e andò dietro di lei, ma non attaccò anche se avrebbe potuto colpirla con facilità.
§Tutto qua? se vuoi colpirmi dovrai giocare più di strategia. Se fossi stato un nemico ora saresti morta. Non devi attaccare con rabbia. Dosa la tua forza e concentrati sul bersaglio.§ Le spiegò il maestro.

Evah chiuse gli occhi.
*Gioca di strategia..*
*Zitta tu!*
Scacciò la voce e non pensò a nient'altro se non a concentrarsi. Era pronta. Corse veloce incontro al maestro e, una volta di fronte, in uno scatto rapidissimo, balzò alle sue spalle e, con la spada, tirò al suo costato. Un'altro salto e si allontanò per evitare un contraccolpo avversario.

Il maestro aveva scartato, anche se con qualche difficoltà questo colpo alle spalle.
§Dai che c'eri quasi.§
Poi decise di testare l'abilità dell'avversario anche in difesa e velocità.



Eseguì dunque la sua mossa. Ora non restava che vedere la reazione dell'allieva.

Evah parò i primi colpi alle braccia e quello allo stomaco, muovendosi e scartando a destra e sinistra con agilità. Un colpo alla gamba sinistra andò a segno, ma un altro venne parato, con un po' di fatica.
Non esitò a rispondere all'attacco e con un movimento rapido mirò alle braccia del maestro.

Il maestro estrasse un pugnale con l'altra mano, ma riuscì a deviare il colpo solo dopo che l'ebbe graffiato al braccio. Un rivolo di sangue iniziò a uscire dalla ferita.
Vedendo lo sguardo preoccupato della ragazza, la tranquillizzò:
§Tranquilla, hai fatto solo il tuo dovere, non ti preoccupare per me, è solo un graffio. In ogni caso, hai superato la prova. Direi che così può bastare.§